Presso il centro medico “Piano Salute della dottoressa Greco” viene eseguito, su richiesta, il test Recaller.

Si tratta di un esame che valuta il livello di infiammazione presente nell’organismo per permettere al medico e al professionista della salute di mettere in atto un programma alimentare finalizzato a ridurre l’infiammazione, attraverso l’individuazione delle food sensitivities.

Il test viene effettuato tramite il prelievo e l’analisi di una goccia di sangue, prelevata da un polpastrello.

E si basa sul dosaggio di due citochine presenti in caso di flogosi: 1) il BAFF (B cell activating factor), prodotto da alcune cellule del Sistema Immunitario della mucosa intestinale quando alcuni cibi creano infiammazione

2) e il PAF (Platelet activating factor), che deriva dai fosfolipidi di membrana di eosinofili, mastociti, neutrofili e altre cellule del sistema immunitario.

Esse possono essere stimolate dall’assunzione alimentare eccessiva o ripetuta, di alcune categorie alimentari (glutine, latticini, sale, salicilati, lieviti, nichel) che portano all’incremento di un particolare tipo di anticorpi, le Immunoglobuline G, che si innalzano nell’organismo in risposta al consumo di uno specifico alimento o di un Grande Gruppo Alimentare.

E’ come se in qualche modo l’organismo sia andato in sovra-saturazione di quella determinata categoria alimentare. spesso ci si può trovare di fronte ad una food sensitivities per più categorie alimentari e in tal caso una buona dieta di rotazione, è in grado di cambiare la vita della persona. Le IgG evidenziano: a) Un uso eccessivo di un alimento o di più alimenti di una categoria oppure l’assunzione troppo ripetitiva anche se in piccole dosi; b) Oppure una precedente reazione immunologica a un alimento.

A seguito della lettura e valutazione del test, il professionista propone uno schema nutrizionale a rotazione che richiama molti concetti dello svezzamento volto al controllo della produzione di citochine con l’obiettivo del totale recupero della tolleranza alimentare, aiutando l’utente a rifare amicizia con il cibo infiammante.

Il livello di flogosi da cibo è  un parametro prioritario che rende ragione di tantissimi sintomi difficili da debellare come il sovrappeso, la ritenzione idrica (“essere gonfi”), la stanchezza, il mal di testa, le dermatiti, gli eczemi, le artriti …

Ad esempio una persona può pensare di  fare una alimentazione perfetta e  disinfiammante a base di riso, avena,  semi oleosi etc…e , invece, quando si  sottopone  al test recaller  scoprire   che non poteva mangiare proprio questi alimenti.

E‘ chiaro che se noi abbiamo una esposizione puntiforme e circoscritta a un cibo per noi infiammante  non accade nulla di particolare, anzi questo può avere l’utilità di farci mantenere la competenza metabolica a metabolizzarlo.

Se, invece, abbiamo una esposizione protratta al cibo infiammante, diventa praticamente sicuro evolvere verso il sintomo e poi verso la patologia.  

Le indicazioni nutrizionali fornite prevedono una dieta di rotazione che consiste in una tecnica di riattivazione della tolleranza che ricalca le tecniche di svezzamento del neonato orientate alla graduale reintroduzione di ogni alimemto.