Introduzione: perché l’osteopatia è collegata alla medicina di terreno

La valutazione delle costituzioni del corpo è un concetto che è comune a molti tipi di approcci medici, la medicina tradizionale cinese e la medicina ayurvedica, giusto per citarne alcuni.

Uno dei cardini del trattamento osteopatico è la valutazione della postura del paziente: la postura si modificain base all’ambiente in cui la persona vive, si adatta e compensa le diverse necessità posturali dell’individuo ma non è raro vedere delle posture ricorrenti, le persone tendono effettivamente a ruotare intorno a 5-6 posture, molte di queste tra l’altro si riconoscono già nel bambino quindi come osteopata trovo che sia sensato avvicinarsi o utilizzare la valutazione dei biotipi nella pratica osteopatica. 

Inoltre la medicina di terreno ha molti aspetti comuni al ragionamento osteopatico quindi è molto facile che un osteopata si trovi a suo agio nel campo della medicina di terreno. Per esempio: – La valutazione della persona che si ha davanti in modo multisistemico: uno degli aspetti cardine della valutazione osteopatica risiede nella valutazione della persona che ha davanti non come una “spalla dolorosa” ma come un corpo intero i cui sistemi collaborando continuamente per mantenere l’intero corpo in omeostasi. – La consapevolezza di come le abitudini e lo stile di vitapossano influire nella perdita o del ritrovamento della salute: tutti sappiamo che il paziente è un individuo calato nel suo ambiente con il quale interagisce in modo diverso rispetto alle altre persone e questo influisce sui suoi sintomi.

Teniamo conto che l’osteopatia è nata dall’idea di un chirurgo a fine 900 in America in cui il contesto sociale, l’alimentazione, il tipo di lavoro, l’igiene, facevano davvero la differenza tra salute e malattia, tra chi moriva di tubercolosi e chi no. Quindi la valutazione dell’ambiente intorno al paziente è  un pilastro del ragionamento osteopatico. 

Quali sono gli altri pilastri dell’osteopatia?

L’arteria è suprema: sembra una stupidaggine detta così, però il concetto di base è che i tessuti del corpo devono essere irrorati e drenati correttamente sia dal sistema vascolare (arterioso e venoso), sia dal sistema linfatico per poter lavorare in uno stato di salute. Quindi l’osteopata deve avere sempre un occhio di riguardo per questi sistemi.

Il corpo è in grado di autoguarirsi: con una adeguata stimolazione vascolare, oppure linfatica, oppure neurologica, oppure biomeccanica si può impostare un circolo virtuoso grazie al quale è il corpo stesso a ritrovare il suo equilibrio allostatico. 

L’osteopata ricerca la salute, non la malattia: oggettivamente non è il compito dell’osteopata fare diagnosi o di classificare la malattia. Noi ci occupiamo di aiutare il paziente nel suo cammino verso la salute: come aiutare il paziente a ritrovare la salute? O meglio, qual è l’origine della salute di questo paziente? E come facciamo a rinforzarla? Qui per forza bisogna tenere conto dell’alimentazione, dell’attività fisica, del lavoro, dell’aspetto sociale e psicologico della persona che si ha davanti. Questo è un lavoro che non necessariamente l’osteopata svolge da solo, si collabora con altre figure sanitarie e non. 

// Questi appunto sono considerati i pilastri del ragionamento osteopatico ma potrebbero tranquillamente essere anche la base del ragionamento della medicina di terreno. Un ultimo “dogma” in osteopatia è quello che ci fa entrare definitivamente nella valutazione dei biotipi:

La struttura governa la funzione e la funzione governa la struttura: qui iniziamo a parlare più di forma, di morfologia che è correlata al funzionamento fisiologico di un individuo e vice versa.

Entriamo quindi nel campo dei biotipi: un individuo ha la tendenza a sviluppare determinate patologie in base al suo profilo funzionale. 

Secondo me questo “pilastro” si adatta anche molto bene ad un altro aspetto, più moderno rispetto alla nascita dell’osteopatia che è la PNEI, psico-neuro-endocrino-immunologia che non è altro che quello che ci stiamo dicendo fin dall’inizio: la costituzione psicologica, morfologica, fisiologica, determinata dalla genetica e dal contesto sociale, svolge un ruolo di primo piano nel mantenimento o nella perdita dello stato di salute dell’individuo. 

Ora, questi tipi di principi che sono la base del ragionamento osteopatico, che sono simili ai principi della medicina di terreno, e che, a mio parere, sono applicabili da qualunque terapeuta o persona che lavori in ambito manuale, non è necessario essere un osteopata o un medico per approcciarsi ai propri clienti o pazienti in questa maniera.