Uno dei segnali che la pelle può inviare per comunicare l’arrivo di una tempesta ormonale che trasformerà il corpo della donna, può essere la comparsa di brufoli che avviene, in genere, dal primo al quarto mese di gravidanza, per poi scomparire. Per precisione va però specificato che tante future mamme già in questa prima fase hanno la fortuna di constatare una pelle più levigata e luminosa.
Nel primo trimestre l’organismo della donna si preoccupa di proteggere l’ovulo fecondato dalla minaccia di un aborto spontaneo; questa funzione viene svolta nell’ovaio dal corpo luteo che produce progesterone in abbondanza in attesa che si formi la placenta. È proprio il progesterone che andrà ad eccitare le ghiandole sebacee con il risultato di avere la pelle più grassa e impura e, in alcuni casi, provocare delle vere e proprie forme di acne.
Nel secondo trimestre, quello in cui si forma la placenta, la pelle diventa più sensibile e va incontro facilmente a secchezza per l’aumento degli estrogeni che, al contrario del progesterone, riducono la secrezione sebacea favorendo l’insorgenza di prurito e arrossamenti fino anche ad episodi di vera e propria orticaria (si parla, infatti, di orticaria gravidica).
Nel caso in cui questi fastidi non si presentino, è un periodo di assoluta bellezza per la pelle e per i capelli; gli estrogeni in gravidanza vengono prodotti in grandi quantità e sono potenti alleati sia dell’epidermide sia del derma e ne regolano le funzioni, stimolando in particolar modo la sintesi del collagene.
Nell’ultimo trimestre il pancione cresce velocemente e tira la pelle; in questa fase è facile prendere più peso del dovuto e la pelle viene sottoposta ad un intenso stress meccanico, proporzionale all’aumento di peso.
Ne risentono, oltre alla pancia, il seno, i fianchi e l’interno cosce e il rischio di smagliature diventa alto.
Meno peso si accumula, prima si recupererà l’armonia del proprio corpo.
