Ritorno sempre con piacere a casa della nonna.
Mi piaceva molto dove viveva. Quando andavo a casa sua era sempre una festa perché era molto contenta di vedermi e anche quando io stavo male lei aveva una parola dolce da dirmi e una carezza da farmi.
Mi ricordo che quando andavo fuori al suo balcone lei mi chiudeva fuori perché dovevo chiamarla per farmi aprire, ma io non riuscivo a dire niente e lei si arrabbiava perché non capiva che io ero bloccato e le parole non uscivano. Pensava che così facendo il mio linguaggio venisse fuori, invece non era così.
Poi mi ricordo che mi preparava la torta di patate e anche se continuo a mangiarla ancora adesso perché la fa papà ma la sua era più buona, forse perché lei la cuoceva sulla stufa a legna e poi ci metteva tanto amore.
Sembrava sempre arrabbiata e scostante ma era sola molto timida e nascondeva la sua timidezza comportandosi così. Ma io non mi lasciavo trascinare dalle apparenze e capivo che in fondo era tanto buona e affettuosa.
Io penso che i nonni non dovrebbero mai andare via perché i loro nipoti, anche quando diventano grandi, hanno sempre bisogno di una parola dolce e di una carezza affettuosa come solo loro sanno dare.
Commento della dottoressa Monica Greco
Federico caro, mi hai fatto commuovere. Probabilmente non è un caso, ma sia tu che Andrea questo mese avete posto la vostra attenzione sui nonni e sugli anziani.
Penso che questo sia un pensiero bellissimo. Io conservo nel mio cuore una persona per me molto cara: era la mia tata e mi dava tanto amore, mi inondava di dolcezza e mi faceva percepire in ogni sua frase e in ogni gesto tutta la sua protezione.
La saggezza e la capacità di “vedere oltre” dei nonni e degli anziani in generale, penso che costituiscano uno dei beni dell’umanità. Grazie di cuore Federico per questa tua riflessione tanto significativa per me che ho scelto la geriatria come specializzazione.