Dialoghi
Ciao Dodo mio, scrivi l’articolo?
Amore scrivo Di quanto sono positivo adesso parlo a tutti di questa decisione antidoto avverrà per me ringrazio a tutti che mi ascoltano
Infatti, ti vedo molto tranquillo
Tutto accade perché positiva sei tu e mi mandi sicurezza e rispetti i miei tempi
Ovvio, avrò ancora da imparare
Felici i ragazzi bravi come me per poter parlare hanno bisogno di persone vivaci nel cervello che capiscano l’attesa che bisogna fare
Vuoi scrivere altro?
Si la empatia deve essere perché noi sentiamo se ci credono in noi
Grazie amore
A te tenera mamma
Riflessioni della dottoressa Monica Greco
Dodo caro, uno dei doni più grandi che può fare un genitore al proprio figlio è proprio “rispettare i suoi tempi” e in un certo senso c’è una unione sottile con lo scritto di Selim che diceva “Sarò in sintonia con il mio tempo”. Infatti avete tutti e due l’amore nella vostra vita che vi permette di essere voi stessi. questo è il grande segreto della evoluzione, della crescita.
Sono molto grata che tu in questo mese focalizzi l’attenzione sul concetto di empatia. Mai come in quest’anno nella scuola Nutri il tuo terreno, focalizzo come Docente e nella vita, come medico, l’attenzione sulle potenzialità terapeutiche della Comunicazione Non Violenta o Empatica, per comprendere la quale consiglio di leggere il libro “le parole sono Finestre oppure muri”.
Qualche giorno fa ho ricevuto un dono d’amore: un libricino piccolino che si intitola “essere me, amare te”, di cui ho parlato anche al Congresso recentemente per esprimere quanto l’approccio empatico possa già di per sè “guarire”.
Hai ragione in pieno: per aiutare i bambini occorre che le nostre parole diventino una comunicazione basata sulla consapevolezza di ciò che si sente e si percepisce dando al bambino un’attenzione empatica, delicata e rispettosa.
Rosemberg, a tale proposito, distingue dunque due tipi di linguaggio: il linguaggio dello sciacallo è il modo di parlare più comune che giudica, interpreta, stabilisce delle diagnosi, classifica le persone, incolla etichette, spiega ciò che non rientra nella logica e come “dovrebbero” agire le persone per far bene, secondo i concetti di “giusto” e “sbagliato”.
Il linguaggio empatico è quello delle giraffe che guardano il mondo con una visuale più ampia (dall’alto) e parlano cuore a cuore. Diventa così possibile parlare un linguaggio che non giudica, che comprende. La metafora della giraffa è usata da Rosemberg perchè la giraffa ha il cuore più grande tra i mammiferi terrestri. Se il linguaggio sciacallo è un linguaggio che esige, il linguaggio giraffa è un linguaggio che chiede, che propone.
Ci sono quattro componenti chiave nella comunicazione non violenta, sempre presenti sia che si parli o che si ascolti, ogni punto non deve necessariamente essere espresso verbalmente. La comunicazione empatica non deve necessariamente essere espressa verbalmente perchè si fa anche con il volto, il tono di voce, la gestualità. Infatti ad esempio tu sei molto empatico. Il modo in cui usiamo le parole ha un ruolo cruciale nel riuscire a rimanere collegati empaticamente a noi stessi e agli altri e porta facilmente alla risoluzione dei conflitti, grazie alla autenticità nella comunicazione, una maggiore comprensione, connessioni più profonde, vicinanza con l’altro.
Anche l’auto-empatia è fondamentale e a me, ad esempio, la hai insegnata tu, che sei un maestro di vita. Riguarda il modo con cui trattiamo noi stessi, l’attitudine a ricordarsi di essere speciali, la capacità di valutare noi stessi, senza giudicarci e la voglia di amarsi e prendersi cura di se. Grazie caro Dodo per tutto questo.