Articolo di Ottobre dell’autore Cristian


LA PERCEZIONE IN MONDO AUTISTICO
LA PERCEZIONE E’ UNA COSA TANTO IMPORTANTE PERCHE’ E’ COME UN CODICE CHE TI FA ENTRARE NEL MONDO E CAPIRE QUELLO CHE VIVI, VEDI, SENTI E TUTTI GLI ALTRI SENSI CHE SONO VISTA, UDITO, GUSTO, TATTO, OLFATTO.
IO PER TANTO TEMPO NON CAPIVO NIENTE DI MONDO, CHE MIE PERCEZIONI SONO ALIENE
MIE ORECCHIE TANTO SENSIBIILI A RUMORI BRUTTI CHE MI ROMPONO LA TESTA
MIA VISTA COME LENTE VEDE COSE PICCOLE, MA FATICA VEDERE TUTTO INSIEME

TATTO DIVERSO CHE A VOLTE SOLO CON MOVIMENTO DI TUTTO IL CORPO RIESCO A SENTIRE IL TOCCO DI MIE DITA SU TASTIERA
HO CAPITO CHE PERCEZIONE E IMPORTANTE PER IMPARARE TUTTO SULLA MIA VITA.
LA CF (= COMUNICAZIONE FACILITATA) MI HA AIUTATO A CAPIRE COME FERMARMI PER CONCENTRARMI.
GLI ESERCIZI DEL CORPO MI HANNO AIUTATO A CAPIRE CHE HO UN CORPO.

LA REAC MI AIUTA A SENTIRE MENO CONFUSIONE.
GRAZIE ALLA MIA MAMMA, CHE MI CURA BENE, HO IMPARATO TANTE COSE.
POI C’E’ PERCEZIONE MORALE, PENSO SI DICE
QUESTA IN MIA VITA TANTO BRUTTA CHE GENTE CON SENSO DI VISTA E UDITO MI PERCEPISCE SOLO SCEMO
A TUTTA QUESTA GENTE VOGLIO DIRE DI CREARE E IMPARARE NUOVO SENSO, CHE IO HO TANTO BUONO, CHE È SENTIMENTO
CON SENTIMENTO NON VEDI SOLO CON OCCHI, MA CON EMOZIONE CAPISCI PERSONE DIVERSE.
CIAO

Commento della dottoressa Greco all’articolo dell’autore Cristian Desidero davvero ringraziare Cristian perché nell’ articolo di questo mese ha scelto di parlare di un tema poco trattato: la percezione del mondo  nella vita  del soggetto autistico.
Ciò che si dice è che i bimbi autistici percepiscono, vedono e sentono il mondo in modo diverso, focalizzandosi invece sulla percezione dei particolari.

Ma in realtà il discorso è molto più articolato e complesso.
La “percezione” è un processo attraverso il quale il cervello riconosce l’ambiente esterno, lo processa mentalmente (a livello del lobo frontale) e conferisce un significato, un “vissuto” alle sensazioni che derivano da quell’atto di conoscenza.
Cristian utilizza una metafora utilissima, di cui farò tesoro anche utilizzandola nelle mie lezioni agli studenti della scuola “Nutri il tuo terreno”, nel modulo sull’autismo. Infatti ritengo che sia utilissimo paragonare la percezione a un “codice che ti permette di entrare nel mondo” e di dare un significato a ciò che vivi, vedi e senti.

Probabilmente sta a noi, terapeuti, rendere questo codice in grado di aprire le giuste vie e non creare ridondanza ed eccesso.

Poi Cristian in modo molto semplice e diretto descrive quelle che sono le caratteristiche dei suoi sensi caratterizzati da ipersensibilità auditiva (di cui MAI dovremmo dimenticarci quando ci relazioniamo con un bimbo con autismo), attenzione ai particolari e alla visione analitica dell’ambiente e un tatto alterato per il quale a volte è necessario mettere in atto strategie a cui non avevo mai pensato: il motivo per cui molti bimbi e ragazzi con autismo, quando scrivono o si accingono a compiere un gesto finalizzato alla scrittura facilitata o ad un compito cognitivamente impegnativo, iniziano (al di là della loro volontà) a muoversi con tutto il corpo (capo, arti e busto). Lui ci dice che questo gli permette di sentire meglio il  contatto con la tastiera … è incredibile quante sfaccettature ci siano di comportamenti a cui a volte neanche noi medici riusciamo a dare spiegazione.

Questi scritti hanno davvero un valore incommensurabile per ognuno di noi.
E oltretutto Cristian ci permette di capire come tutto ciò in cui ci siamo impegnati (dalla comunicazione facilitata agli esercizi neurosensoriali) … tutto, per quanto faticoso, sia servito immensamente per permettergli di essere più padrone del proprio corpo.
Sono felicissima nell’apprendere che la terapia CRM con tecnologia REAC lo stia aiutando a ridurre la confusione e soprattutto che lui se ne renda conto. Per me è davvero una felicità immensa e lo capisco perché anche io, quando mi sottopongo alla terapia, sento in primis leggerezza e chiarezza mentale e questo mi aiuta immensamente ad esempio nel mio lavoro.
Probabilmente nel sistema nervoso dei nostri ragazzi fa diradare la nebbia (“Brain Fog”) mentale.

E’ possibile ed è un punto di vista interessante sull’impatto epigenetico che la terapia ha sulla salute.
Tutti, come dice Cristian, dovremmo imparare a leggere la vita con un nuovo senso che non è la vista, ma è il sentimento, perché  guardare il mondo non solo con gli occhi, ma con le emozioni ci permette di comprendere chi è diverso.
E la diversità è la parte più nobile della vita, è ciò che rende ognuno unico. Avvicinarci a  chiunque con sentimento ci permette di “andare oltre” alla facciata. Il termine “sentimento” etimologicamente significa “percepire con i sensi” provando uno stato d’animo cognitivo-affettivo (che chiama in causa aree cerebrali come l’amigdala e l’ippocampo). E’ qualcosa che va al di là del tempo breve della caratteristica temporale circoscritta di una emozione .

Il sentimento permea il cuore e i gesti e dura nel tempo.

E’ il sentire del cuore e tutti dovremmo imparare a viverlo di più, e a far sì che permei ogni nostra azione, valutazione, missione e progetto.  
Grazie Cristian

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