Riflessione sull’uso dei social a partire dalla lectio magistralis di
Jonathan Safran Foer – Premio Lattes Grinzane 2023
https://www.youtube.com/watch?v=9pxThnlHd5U
Cosa sono i “social”? E soprattutto a cosa servono?
Ora la tecnologia legata alla comunicazione, sembra e sottolineo sembra, soddisfare la necessità di relazione dell’uomo, necessità vitale. L’uomo non è che relazione, le grandi menti filosofiche ci insegnano. Dunque questa tecnologia dovrebbe essere nata per permettere all’umanità di essere facilmente in contatto e appunto capace di essere sociale.
Ma davvero è così? Come magistralmente ha esposto Foer nel suo limpido intervento, la tecnologia da potenziale strumento di semplificazione e arricchimento della vita dell’uomo può mutarsi, come nel caso dei social è diventato, in strumento di manipolazione, annichilimento delle menti. Il pifferaio magico delle masse è riuscito ad utilizzare la tecnologia social per creare “servi” della politica sconsiderata che premia l’immagine all’essere, l’avere al valore personale, la massa all’individualità.
Non è più necessario un regime totalitario che si assicura il consenso con la violenza e la paura. Ora le masse possono essere condotte e addormentate, attraverso i social, facendole vivere nell’illusione di contare qualcosa, di essere protagoniste di un mondo virtuale, proprio come i topolini che, al suono melodioso del piffero, gongolosi e ignari finiscono nel burrone.
L’identificazione con la massa social è tale che le persone si definiscono “io ‘sono’ social” o “non ‘sono’ social”.
La tecnologia non è né positiva né negativa, è di fatto neutra. Il suo valore dipenderà sempre e soltanto dai valori al cui servizio è posta. E questi valori non sono di entità astratte, ma sono quelli che ciascun individuo deve avere per essere chiamato umano. Ogni utilizzatore di tecnologia non può demandare ad altri la sua unica e non delegabile responsabilità del modo in cui la utilizza. La massa non esiste, esistono solo singoli che insieme creano una
tendenza.
Ed allora possiamo denigrare i social per i risultati che oggi abbiamo tutti sotto gli occhi (narcisismo, complesso istrionico, consumismo immorale, falsi idoli, ….) senza sentirci responsabili di questo?
lo scettro del potere è nelle nostre mani e possiamo giungere ad un vero cambiamento in cui i social diventino costruttori della comunità mondiale, sede di cultura e umanità.
Basterà sottoporre ogni nostro click e post ai famosi setacci di cui parlava Socrate, che esortava ad una comunicazione evolutiva:
1) fare circolare solo e soltanto notizie e parole veritiere
2) utilizzare parole rivolte al Bene
3) proferire solo parole utili, è escluso tutto ciò che è vano
I social così potranno essere lo specchio radioso della comunità risvegliata che li utilizza e non saranno più gli utilizzatori di una umanità divenuta ‘risorsa’ da sfruttare per le oligarchie immorali che oggi governano il mondo.
Riflessioni della dottoressa Monica Greco
Carissima e saggissima Rebecca, sono molto colpita dai tuoi scritti che traboccano di una maturità, e puntualità di analisi disarmanti. Quest’oggi con il tuo articolo fra le mani, tutti coloro che ti leggono non potranno fare a meno di fermarsi a riflettere su ciò che stai esponendo.
Io mi limiterò per ragioni di semplicità per tutti, a partire dalla tua sintesi finale. LA SOCIETA’ EVOLUTA. Ecco la nostra società poteva evolvere da tempo, tuttavia il delegare il nostro libero arbitro, la nostra capacità di scelta ad altri, con tendenze che non ci appartengono hanno determinato l’uniformità di massa e lo svilimento del singolo nella sua totalità. L’essere dal punto di vista ontologico non esiste più, esistono copie conformi.
Nonostante questa evidenza, io e chi incontro nei miei percorsi, possiamo reputarci molto privilegiati, infatti il nostro essere invitati a seguire vie differenti ci porta inevitabilmente a sviluppare capacità, e caratteristiche personali ben definite, che si vanno sempre piu consolidando; lo noto nelle varie molteplicità di persone che incontro in studio, e nei miei studi continui e perenni.
L’utilizzo dei social è stato fuorviato, le connessioni di spazio e tempo sono state sostituite da rappresentazioni olografiche, decisamente inconsistenti, di ciò che non saremo mai. Magari taluni soggetti veramente sperano di essere in un dato modo, e questo dipende anche dalla già citata in altre occasioni, “accettazione del sé”.
Tu sai bene cosa intendo Rebecca. Accettarsi per ciò che si è, non vuol dire essere rassegnati a una sedimentazione di un qualcosa di inevitabile, bensì sfruttare tutto ciò che si ha a disposizione per potenziarsi fisicamente, cognitivamente ed emozionalmente se stessi.
Le relazioni sane e vere ne sarebbero una equa conseguenza per tutti, non credi anche tu? Non mi stancherò ma di dire, che puntare al ragionamento critico, con una comunicazione non violenta e positiva, porterà all’evoluzione della nostra collettività.
Cara Rebecca seguiamo i nostri cammini affinché il nostro credo di luce possa essere piu vicino alla realtà in questa materia così troppo spesso effimera. Non vedo l’ora di leggere i tuoi prossimi saggi, insieme riusciremo a raggiungere i nostri obiettivi. E tante piccole grandi Luci come te e i tuoi amici autori potranno illumin
Grazie grazie grazie dalla tua Dottoressa Monica Greco.