Quando si sono incontrati, la sua facilitatrice nella scrittura, Serena, ha detto:
“ CIAO CRI BELLO COME STAI?”
E lui:
“FINALMENTE SEI VENUTA DEVO SCRIVERE ALLA MONICA! ADESSO E’ MIA COLLEGA!”
Serena: “VA BENE SCRIVI!”
Cristian: “CIAO MONICA GRAZIE DAVVERO TANTO CHE MI FAI SOGNARE DI ESSERE UTILE! AIUTAMI, MONICA, A CAPIRE COME AIUTARE RAGAZZI UOMINI, COME ME, CON I MIEI SCRITTI.
TE FORSE MI PUOI DARE PENSIERI NUOVI PER FARMI CAPIRE COME AIUTARE.
CIAO MONICA.”
Serena: “ VORRESTI CHE LA DOTTORESSA TI AIUTASSE A CAPIRE QUALI ARGOMENTI POSSONO ESSERE UTILI DA SCRIVERE?”
Cristian: “SI, GIUSTO!”
Serena: “ALLORA, SECONDO ME LA DOTTORESSA DESIDERA CHE TI ESPRIMI LIBERAMENTE SU TUTTI GLI ARGOMENTI CHE VUOI!”
Cristian: “SERENA, VOGLIO AIUTARE A CAPIRE LA MIA TESTA E AIUTARE GLI ALTRI A CAPIRE CHE IL SILENZIO E’ LA NOSTRA PRIGIONE”
Serena: “TI FA ONORE QUESTO. E’ UN SUPER OBIETTIVO, CRIS E, DA QUELLO CHE HA SCRITTO LA DOTTORESSA PER PRESENTARTI SUL SITO, TI HA CAPITO MOLTO BENE! LEI E IO, SE POSSO, TI AIUTEREMO ANCHE A SEMPLIFICARE E RENDERE ANCORA PIU’ ACCESSIBILI I TUOI PENSIERI PER TUTTI!”
Cristian: “TU, SERENA, LO FAI DA SEMPRE. SEI LA MANO MAGICA CHE MI AIUTA A CAPIRMI.”
Serena: “GRAZIE CRIS! E’ UN COMPLIMENTO BELLISSIMO!
SECONDO TE, CRIS, QUALE ARGOMENTO SAREBBE IL PIU’ UTILE DA SCRIVERE SUL SITO?”
Cristian: “FORSE PAURA IO VIVO CON GRANDE PAURA.”
Serena: “IN EFFETTI E’ UN’EMOZIONE CHE SPESSO PROVIAMO TUTTI, E CAPIRE COME TU LA VIVI E L’AFFRONTI POTREBBE ESSERE DI MOLTO AIUTO!”
Cristian:
“PAURA…
PAURA, MOSTRO CATTIVO
PAURA, COMPAGNO FEDELE
PAURA FA FARE GESTI CHE DI NOI NESSUNO CAPISCE
PAURA, ADESSO HO CAPITO IL SUO NOME,
NOME CHE MI HA AIUTATO A CAPIRMI NEI MIEI GESTI
I GESTI SONO LE PAROLE CHE NON SO DIRE
DICO PAURA SOLO QUANDO MI CALMO E RIESCO FINALMENTE A CAPIRE.
IO, COME TANTI UOMINI COME ME, NON CAPISCO TANTO LA MIA VITA IN TERRA E QUANDO NON CAPISCO FACCIO I GESTI MIEI E IL MIO COMPORTAMENTO SBAGLIATO.
AIUTATECI A CAPIRE.
CIAO”

Commento della Dottoressa Greco
Leggere queste parole di Cristian mi ha dato veramente grandi emozioni e un immenso entusiasmo per averlo al nostro fianco in Promosalus.
È stato un onore per me sentirmi definire da Cristian “collega” in questa missione meravigliosa che è: accompagnare le persone verso la strada della salute in modo semplice, autentico e legato a esperienze dirette di vita propria.
La prima cosa che si evince dalle sue parole è la gratitudine perché lui inizia con il ringraziarmi quando in realtà sono io che dovrei ringraziare lui.
Ed è su questo sentimento che vorrei soffermarmi per un attimo.
Si tratta forse del sentimento più nobile dell’umanità e in quella che amo definire la “guarigione del cuore” è forse il segno più chiaro del fatto che Cristian sia sempre più proiettato verso l’apertura al mondo e al prossimo e sempre più lontano dall’io autistico.
La gratitudine è, infatti, un sentimento che elèva il significato profondo della vita.
Tutti, indistintamente, (ciascuno con la propria prova, con le proprie sfide, i propri sogni e le proprie fragilità) dovrebbe vivere nella frequenza della gratitudine per ciò che ha e per tutto ciò che gli viene quotidianamente offerto per il fatto stesso di essere vivo e di essere in grado di donare qualcosa agli altri, anche solo uno sguardo, un sorriso… perché i messaggi non necessariamente sono legati alle parole.
Vorrei dire a Cristian che in realtà non sono io a farlo sognare di essere utile. Lui E’ utile:
- a me ogni volta che mi guarda con quei suoi occhi che ridono, ogni volta che mi fa capire le sue esigenze che mi permettono di ottimizzare il modo in cui io mi possa occupare di lui
- a sua mamma Titina che oggi è la persona meravigliosa che è anche grazie a lui
- a tutti coloro che hanno avuto, hanno e avranno la possibilità di leggere i suoi scritti.
E’ chiaro – e lo dichiara in modo esplicito – che il suo obiettivo è AIUTARE gli altri e questo è un altro importante aspetto (come la gratitudine) tipico dell’apertura al mondo e all’io non autistico, ma altruistico.
Il Silenzio di cui parla Cristian è uno degli aspetti più ostici dell’autismo: la non verbalità .
E’ significativo che lui, senza mezzi termini, ce la descriva come una “prigione” .
E’ certo infatti che, a livello di produzione concettuale lui abbia un mondo interiore caratterizzato da una infinità di cose importanti da dire, da comunicare, ma le catene della sua condizione clinica lo fanno sentire prigioniero.
Compito altissimo del genitore, del facilitatore, del medico e di ogni terapeuta sarà sciogliere quelle catene, aiutare Cristian e chi, come lui, si trovi in questa situazione a trovare la sua personale via di comunicazione, così come fa Serena, mano magica che lo aiuta.
L’emozione su cui focalizza la sua attenzione oggi Cristian è la paura.
E’ interessante capire che è verosimilmente una emozione da non sottovalutare mai nelle cure anche e soprattutto perchè lui la descrive come primum movens da cui scaturiscono anche poi i suoi gesti, le stereotipie e le ossessioni.
I gesti diventano l’unico strumento che gli permetta di esprimere disagi, desideri o pensieri che le parole non possono esprimere. E riesce a dare un nome a quello stato d’animo solo nel momento in cui si calma e comprende ciò che prova.
Lo stato d’animo della paura è riconosciuto in ogni suo aspetto:
- in quello scomodo e negativo (“mostro cattivo”) che arriva quando meno te l’aspetti, che rovina tutto, che è distruttiva
- in quello funzionale, positivo e finalizzato a migliorare in qualcosa (“compagno fedele”), che arriva, ma che se impariamo a gestirla, può permetterci di essere migliori dopo averla superata.
Grazie Cristian per queste tue riflessioni.
Ti ascolterò. Ti aiuterò a capire . E’ una promessa .
Ho capito, grazie a te, che uno dei più importanti stati d’animo da curare e gestire è la paura (e in effetti la pratica clinica me ne offre continua conferma) e farò sempre una valutazione di questo aspetto in ogni bambino/a .
Si tratta di una fragilità che può manifestarsi nei modi più svariati: con la frustrazione, il pianto, l’ansia da prestazione, la sofferenza nel distacco… ed insegnare al bambino/a e ai genitori a gestirla, elaborare una cura che la riduca o la lasci andare significa “libertà” e apertura a una serie infinita di possibilità, di opportunità e di acquisizione di nuove competenze .
Grazie Cristian.