LA PAURA DELLA CHITARRA
La musica mi piace da quando ero bambino. Mi fa sentire più sognatore, forse anche più buono, e meno pauroso.
Mi piacerebbe imparare a suonare la chitarra. Fin da piccolo io la strimpellavo senza conoscere le note.
Poi, un giorno, alle elementari durante l’ora di musica una maestra brutta e cattiva mi sgrido’ perché, secondo lei, disturbavo gli altri.
Lo fece con tanta cattiveria che ancora oggi sento le sue urla nelle orecchie. Questo mi tramautizzo’. Pensavo sempre a quella scena: io piccolo, forse avevo sette anni, e lei vecchia e brutta con lo sguardo da coccodrillo, che mi rimprovero’ come fossi un marziano.
Da quel giorno io non riuscivo più a guardare una chitarra. La chitarra c’era sempre stata a casa mia, ma dopo i miei genitori la dovettero nascondere in cantina, perché quando la vedevo non riuscivo ad entrare nella stanza, incominciavo a tremare e impallidivo dalla paura mentre il cuore incominciava a battermi forte.
Questo mi succedeva tutte le volte che ne vedevo una anche fuori casa e quindi non potevo passare davanti al negozio di strumenti musicali del mio paese perché erano esposte in vetrina. Non riuscivo, neanche a passare davanti alla chiesa perché la domenica, durante la messa il coro era accompagnato con la chitarra e, anche se non la vedevo, sapevo che in chiesa c’è n’era una e solo al pensiero mi veniva da star male. Perfino quando la vedevo in TV stavo male e subito scappavo in un’altra stanza.
Tutto questo è durato parecchi anni e grazie all’aiuto dei miei genitori sono riuscito a superare questo trauma. È stata dura ma poi mi è passata e il mio desiderio è quello di imparare a suonarla.
Adesso, quando penso a quella maestra, mi viene tanta tristezza e penso che non si può fare un lavoro così senza amore per i bambini e pensare solo a come farli spaventare!
Riflessioni della dottoressa Monica Greco
Dolcissimo Federico, che cosa spiacevole ti è accaduta!!
Ma sai spero che questa tua lettera arrivi direttamente nelle mani di quanti piu insegnanti possibili, poiché spesso molti educatori non si rendono conto del dolore che possono causare, con un richiamo.
Per molti insegnanti il richiamo al proprio canone di ordine è fondamentale sai?
Infatti in questo senso, hanno la loro neuro-tipicità secondo me, solo che non se accorgono, perché anche loro hanno un back ground familiare che li ha educati a seguire delle regole “socialmente riconosciute nel loro ambito”, e purtroppo non in tutti i corsi di laurea sono presenti moduli obbligatori di pedagogia empatica.
Quello che mi spiace molto che tu abbia abbandonato lo strumento musicale, sarebbe invece bello non darla vinta a questa insegnante che ti ha dato questo dispiacere. Il mio consiglio per me è di reagire, e ti propongo due soluzioni:
La prima è di recuperare la chitarra abbandonata e provare a far vibrare semplicemente le corde, credo che sarebbe molto rilassante, o trovare qualche strumento alternativo, per esempio le percussioni, io che vado spesso in Sicilia presso il mio secondo studio, ti posso consigliare un tamburello, è uno strumento tipico in quella bellissima Regione,
Secondo me se tu provassi a suonare uno strumento simile o un altro che preferisci, fossero anche le nacchere o un triangolo, magari riusciresti a sostituire quel brutto ricordo con uno tutto nuovo.
E io sarei felice nel sentirti ritrovare fiducia nella tua passione verso la musica.
Dolce Federico, aspetto di leggere presto tue nuove evoluzioni.
Con affetto la tua Dottoressa Monica