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Articolo di Febbraio dell’autore Federico

IL LAVORO

Sto molto bene quando vado al lavoro. Mi piace molto perché il lavoro – si dice – nobilita l’uomo e sono molto d’accordo su questo. È vero perché, quando una persona lavora, può soddisfare i suoi bisogni: ha il suo stipendio ed è libero di spenderlo come vuole e perciò si sente … libero e molto soddisfatto perché è autonomo.

Da gennaio anche io lavoro. Per adesso un solo giorno a settimana. In futuro mi auguro di poterlo fare per più giorni in settimana, perché sono molto bravo e ricevo tanti elogi da Irene che è la responsabile del gruppo.

Lavoro presso una officina dove si assemblano oggetti metallici per una azienda importante di Genova.

Io lavoro con il gruppo che fa assemblaggio, ma ci sono anche quelli che lavorano con i macchinari. Quelli sembrano molto bravi e devono stare molto attenti e precisi perché si tratta di un lavoro molto più impegnativo. Poi ci sono altre persone che controllano e poi spediscono la merce alla sede centrale di Genova.

    Durante la settimana aspetto con ansia che arrivi il venerdì, il mio giorno di lavoro. È il giorno di una mia prima conquista di normalità e che mi fa sentire contento di me stesso. E, poi, il lavoro mi viene anche retribuito e questo mi fa sentire più importante.

Riflessioni della dott.ssa Monica Greco

Caro Federico, il tuo racconto sul lavoro è davvero toccante e ispira profonda ammirazione. La tua dedizione e l’entusiasmo che esprimi nel descrivere la tua esperienza lavorativa sono un esempio per tutti. È evidente quanto il lavoro ti faccia sentire realizzato e autonomo, e questo sottolinea l’importanza di trovare un’attività che ci appassioni.

La tua determinazione nel voler aumentare i giorni di lavoro e l’orgoglio per i complimenti ricevuti da Irene mostrano una forte motivazione e un impegno sincero. Il fatto che tu consideri il venerdì come “una tua prima conquista di normalità” evidenzia quanto sia significativo per te questo percorso.

La tua esperienza mette in luce l’importanza cruciale dell’inclusione lavorativa per le persone con autismo. È fondamentale che la società e le istituzioni si impegnino attivamente nel creare opportunità lavorative adeguate, riconoscendo e valorizzando le competenze uniche di ciascun individuo. Sono felice di constatare che stanno nascendo Associazioni in Italia, che facilitano l’inserimento professionale di persone nello spettro autistico, rappresentando esempi virtuosi da seguire. Esse mirano a promuovere l’autonomia e la convivialità dei ragazzi con autismo che crescendo, diverranno uomini e donne meravigliosi, ognuno con il suo mondo interiore, ma che necessita (laddove possibile) di inclusione lavorativa. Ritengo prioritario e fondamentale aiutare le persone autistiche a riconoscere le proprie competenze e integrarsi efficacemente nei contesti professionali. È essenziale che sempre più realtà seguano questi modelli, affinché ogni individuo possa sentirsi valorizzato e parte integrante della comunità lavorativa.

Recentemente, ho letto un libro intitolato “Totò, la forza di un sogno” di Sebastiano Amenta, che racconta la storia di Totò, un ragazzo autistico assunto in una libreria. La sua presenza ha apportato un enorme valore aggiunto, trasformando la libreria in un meraviglioso punto di incontro dove le persone si riuniscono per condividere il sapere. Questa storia dimostra come l’inclusione lavorativa possa arricchire non solo l’individuo, ma anche l’intera comunità.

Grazie per aver condiviso la tua esperienza; le tue parole sono un potente promemoria di come il lavoro possa arricchire la nostra vita e donarci un senso di appartenenza e soddisfazione.

Un abbraccio immenso dalla tua dottoressa Monica.

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