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Articolo di Aprile dell’autore Selim

SONO STANCO AVREI AVOGLIA DI SERE NITA’

SOLO MI SENTO

SOLO  NON SONO

LA MIA FAMIGLIA E ALTRE BELLE PERSONE SONO SEMPRE ACCANTO A ME

SIAMO TUTTI  STRAVOLTI DALLA FATICA

NON RIESCO A STARE A SCUOLA TUTTO STA STRETTO

AVREI NON SOLO BISOGNO  DI LASCIARMI ALLE SPALLE IL PASSATO

MA DI VIVERE LA MIA  VITA DA ADOLESCENTE

SENTO LA RABBIA

LA SENTO NELLA PANCIA

MI FA  CONTORCERE LE VISCERE

MI FA DISCONNETTERE CON LA REALTA’

MI RENDE ANSIOSO

NON MI FA STARE A SCUOLA

ANCORA SI, AVREI BISOGNO DI CHIARIMENTO MA DAVVERO DIVENTO PESANTE PER TUTTI

SONO STANCO QUESTO ANNO TANTO STRANO MI HA CONFUSO

IL MIO COMPORTAMENTO E’ TERRIBILE 

VOGLIO ARRIVARE AD ESSERE ANCORA UN RAGAZZO SERENO

Commento della dottoressa Greco

Questo articolo di Selim è un vero e proprio “grido di aiuto” che tocca plurimi aspetti importanti del momento storico che, in qualche modo, tutti stiamo vivendo. Ricordo in modo tangibile, come se fosse il momento presente, marzo di un anno fa quando ci siamo visti catapultati nella dimensione irreale del distanziamento sociale, delle mascherine che nascondono i sorrisi, della chiusura in casa.

Ed ecco che Selim si trova ad affrontare forse la cosa che anche a me ha fatto più paura: LA SOLITUDINE, più della malattia, più della morte.

Esistono due tipi di SOLITUDINE: una sana, che ricerca la persona per riflettere, meditare, pregare, stare con se stessi, e una “forzata” che talvolta ci si trova a vivere senza sceglierlo. Sono stati fatti studi che evidenziano che l’esperienza forzata della solitudine modifica il cervello.

La persona che si sente sola o isolata, si pone, a livello cerebrale (in modo automatico perchè così siamo programmati ancestralmente dalla natura) in una condizione di allerta e difesa, con spiccata attenzione alle possibili minacce in virtù dell’istinto verso la sopravvivenza e del tentativo innato di auto-preservarsi. In questo stato d’animo la persona può avere esplosioni di aggressività (nel caso dei nostri bimbi e ragazzi con autismo può sfociare in eterolesionismo e/o in autolesionismo) e paura con sindrome ansiosa.

Uno studio condotto in California ha evidenziato che l’isolamento sociale comporta nei topi l’innalzamento della neurochinina B o NkB, neuropeptide (proteina composta da 10 aminoacidi sintetizzata dai neuroni e rilasciata dagli assoni dal sistema nervoso), appartenente alla famiglia delle “tachichinine”, ed è una vera e propria molecola di segnale responsabile dei comportamenti negativi associati all’isolamento.

Si tratta di un neurotrasmettitore che esercita funzione di messaggero all’interno della cellula grazie al legame con il recettore NK3R con effetti come ECCITAZIONE NEURONALE, VASODILATAZIONE, CONTRAZIONE SPONTANEA DELLA MUSCOLATURA LISCIA VESCICALE, DELLE VIE AEREE, UTERINA E INTESTNALE, ALVO ACCELLERATO PER INCREMENTO DELLA PERISTALSI. (Cell maggio 2018- California Institute of Technology )

Presenta alcune similitudine con la sostanza P dei mammiferi.

Come medici dovremmo soffermarci tantissimo ad occuparci di questo aspetto e una delle sfumature più importanti è il CONTESTO SOCIALE. Occorre prestare attenzione non solo su quello che fa lui  come individuo,  perché L’INCONSCIO supera la COSCIENZA. La dinamica inconscia supera la rappresentazione cosciente  nel 95% dei casi. E’ quindi ancora più importante analizzare il contesto di vita dei nostri ragazzi. Le persone inquinano. Oppure, al contrario, possono essere terapeutiche e cambiare il decorso di una vita. Le parole, le azioni degli altri entrano nella testa. Il fattore patogenetico numero uno di oggi sono gli esseri umani.

Occorre ricordarlo. Tutti nella società dovremmo avere ben chiaro che ragazzi come Selim hanno BISOGNO DI AMORE, ATTENZIONI, CONSIDERAZIONE, PRESENZA, ACCOGLIENZA, INCLUSIONE, RISPETTO e DELICATEZZA.

Non bisogna INVADERE il loro spazio, ma ESSERCI con discrezione. Mi rendo conto che non sempre sia facile raggiungere questo equilibrio, ma ce la dobbiamo fare.

Scegliamo che questo sia un obiettivo primario perchè se dovessimo individuare una priorità, una scala gerarchica di ciò di cui è importante prendersi cura per la salute di un paziente, al primo posto è da considerare la sfera emozionale, caratteriale e comportamentale del paziente.

Ogni conflitto interiore crea memoria cellulare, disarmonizzazione della comunicazione fra i costituenti della matrice extracellulare (il nostro connettivo, che è paragonabile a una aula con tanti allievi: –Se è tutto libero e pulito, comunicano bene fra loro –Se è tutto intasato da tossine emozionali, paragonabili a tanti libri accatastati uno sull’altro fra i banchi, non riescono più a comunicare e qualcuno può divenire anarchico) e questo poi ha conseguenze sul fisico.

Ricordiamo, grazie a Selim, che la presenza, la calma e la centratura di ragazzi come lui, ancora più che per gli altri, passa attraverso la socializzazione che è la base del loro neurosviluppo e della vita stessa.

Questo articolo ha 3 commenti

  1. Zulimeyre

    Ti ringrazio tantissimo Selim, per avermi aperto la perspetiva dell’isolamento come agente di processi organici. L’uomo, essere sociale, c’è bisogno di convivenza per sviluppare tutte le potenzialità della nostra anima. Ringrazio anche la dottoressa Monica che chiarisce con i suoi commenti dando base scientifica ai nostri poche e intuitivo conoscenza.

  2. Marilina Lenarduzzi

    devo dirti la verità Selim….. quando escono gli articoli mensili di voi autori tu sei il primo che leggo. i tuoi scritti mi attirano quanto mi attira la poesia, e leggerti mi dà le stesse emozioni di quando leggo poesia. anche quando quello che scrivi è un po’ triste.
    ti ringrazio
    Marilina

  3. Rebecca Iaria

    Selim, sei riuscito a tradurre in parole, lo stato d’animo che molti provano in questo periodo storico. Le tue parole, arrivano dritte al cuore perché sono condivise e sentite da molti. Emozioni forti, che sebbene talvolta, possano tradursi in rabbia, sono energia vitale che ci rende chiaro ciò che ci è tossico da ciò di cui, invece, abbiamo bisogno: la libertà di essere se stessi e la gioia di condividere con gli altri. In tutto questo, non dobbiamo mai dimenticare che NOI, possiamo fare la differenza: respirare, guardare in positivo avanti, perché nei momenti di solitudine possiamo ritrovarci! Piano piano, ci rendiamo conto che non si è soli e che tutto tende a ritrovare l’equilibrio momentaneamente perduto! Questo tuo periodo passerà e rimarrà il ricordo lontano di un momento duro, ma anche di grande crescita e sarai ORGOGLIOSO di te, come lo siamo tutti noi che ti vogliamo bene!!!!!

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