Guida pratica alla alimentazione mitocondriale della persona in “Cura di terreno”

La Medicina del terreno

La medicina del terreno è così definita perché rivolge la sua attenzione in primis al terreno interno, alle radici di ogni problema fisico e spesso anche comportamentale della persona, nella consapevolezza dello stretto connubio fra intestino e cervello, e nel rispetto del dialogo intercellulare svolto nel corpo umano dalle molecole di segnale.

Le molecole di segnale sono ormoni, neurotrasmettitori, adipochine e citochine che permettono un continuo dialogo fra il sistema nervoso centrale, in particolare, l’ipotalamo, e i quattro assi metabolici dell’organismo (tiroide, surreni, GH, gonadi).

In tal modo è possibile affrontare ogni problema del neurosviluppo  e ogni alterazione del metabolismo basandosi sui segnali del corpo attraverso elementi fondati sulle basi scientifiche della medicina dell’evidenza, ovvero sui comprovati meccanismi di regolazione degli assi metabolici umani, così come vengono contemplati dalla biochimica, fisiologia, endocrinologia e medicina interna.

Ciò che permea ogni base nutrizionale ed epigenetica, di stile di vita dell’approccio di terreno, è l’interpretazione operativa che offre dei dati, assegnando importanza alle capacità regolative di adipochine, enterochine, miochine e neurotrasmettitori piuttosto che a elementi di forzatura esterni come i farmaci.

Le patologie, infatti, sono espressione di disagi, sovraccarichi e disfunzioni che non vanno soppresse dall’esterno ma interrogate, interpretate, comprese, corrette, curate “alla radice” (da cui il termine “terreno”).

E’ determinante considerare come parte centrale della cura antinfiammatoria i segnali naturali legati al cibo, al movimento e all’equilibrio psicoemozionale, piuttosto che sulla soppressione di sintomi con i farmaci

L’alimentazione mitocondriale diventa anche una vera e propria cura “energetica” per la cellula nella sua totalità. Il termine energetico deriva dal greco “en-ergos” che significa forza interna e ciò accade perché questo stile di vita alimentare fornisce all’organismo il substrato energetico e metabolico specifico per attivare i processi di produzione energetica utili nel ciclo di krebs.

L’Infiammazione

Il termine “infiammazione” evoca subito l’idea della “fiamma” proprio in virtù degli aspetti specifici che la caratterizzano:

  1. Calor (= calore)
  2. Dolor (= dolore)
  3. Rubeor (= rossore)
  4. Functio lesa (= ridotta performance funzionale)

Si tratta degli aspetti tipici della flogosi acuta. Sotto il profilo medico non ho mai considerato come “negativa” una manifestazione acuta, in quanto nella maggior parte dei casi si tratta di una difesa, innata, di una esonerazione tossinica o di una via di liberazione, in seguito ad una saturazione tossinica dell’organismo.

In altre situazioni si verifica come risposta immediata a un trauma sempre con dolore, gonfiore e arrossamento e deficit funzionale nel movimento.

L’obiettivo e lo scopo evolutivo dell’infiammazione è eliminare un sovraccarico o un danno interno e termina quando la causa iniziale è stata rimossa, proprio perché non sussiste più il bisogno del meccanismo difensivo.

La componente subdola e pericolosa della flogosi è quella caratteristica della infiammazione silente che colpisce l’organismo, come la brace sotto la cenere, in assenza di sintomi evidenti, decorrendo in maniera asintomatica e sfociando, nei casi cronicizzati, in patologie cronico-degenerative.

Le cause della flogosi cronica costituiscono pertanto gli aspetti più importanti da considerare e trattare:

  • deficit di funzione mitocondriale, con decremento nella produzione di ATP (adenosintrifosfato che è la moneta di scambio energetico della cellula)
  • stress ossidativo, ossia la produzione di radicali liberi dell’ossigeno senza un’adeguata compensazione antiossidante. Ogni radicale libero dell’ossigeno è paragonabile ad una fionda lanciata a caso nel corpo e che può colpire e danneggiare ogni struttura cellulare, dal citoplasma al nucleo. Questo meccanismo porta ad ossidazione, ad esempio, anche del colesterolo rendendolo particolarmente pericoloso per le arterie
  • il carico allostatico epigenetico costituito da sostanze chimiche, pesticidi, eccipienti, metalli pesanti, alcool, droghe psicoattive, alcuni farmaci, smog, elettromagnetismo, fumo
  • la leaky gut syndrome o sindrome da permeabilità intestinale caratterizzata dal fatto che la mucosa intestinale paragonabile in condizioni fisiologiche a un colino a maglie strette che non permette il passaggio di sostanze nocive, diventa un colino a maglie larghe permettendo il passaggio di batteri, virus, funghi, parassiti, tossine, lipopolisaccaride dalla mucosa intestinale al circolo ematico con possibili slatentizzazioni di autoimmunità, cefalea, dermatiti, micosi etc…
  • i tre killer bianchi alla base dell’infiammazione sono: il latte, lo zucchero e la farina bianca raffinata.
  • la glicazione dovuta a precisi metodi di cottura come quella alla brace ad esempio con annerimento della carne
  • gli adipociti bianchi che spesso costituiscono accumuli adiposi cronicizzati e difficilmente rimovibili sono alla base dei più alti livelli di infiammazione (aspetto che non caratterizza, invece, gli adipociti bruni, caratterizzati da un metabolismo più attivo
  • il polimorfismo per l’MTHFR con aumento della omocisteina aumenta la possibilità di flogosi dell’endotelio vasale per cui una eventuale iperomocisteinemia va corretta

Pertanto, l’alimentazione che cura deve essere necessariamente rivolta a ridurre lo stato di flogosi dell’intero organismo, offre la possibilità di soddisfare il palato, attraverso preparazioni semplici, belle da vedere e buone da gustare. Nella realizzazione dello schema alimentare non vengono contate le calorie, non vengono pesati gli alimenti, ma ci si concentra sulla qualità dei cibi, sui giusti abbinamenti e sugli aspetti cronobiologici.  Il primo effetto benefico, nel momento in cui l’organismo raggiunge l’omeostasi e i giusti segnali di consumo, è la riattivazione metabolica e il raggiungimento del benessere.

Le tre semplici regole sono le seguenti

  1. Creare una buona rotazione tra i cibi consigliati e riportati in modo ordinato per tipologia nelle tabelle. Questo per favorire la naturale biodiversità del microbiota
  2. Cercare di seguire le seguenti indicazioni in termini di composizione dei pasti della giornata
  3. Masticare a lungo ogni boccone, posando la posata fra un boccone e l’altro

Pasto

Carboidrati

Proteine

Grassi

Frutta

Verdura

Bevande

Colazione

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Spuntino mattina

Se bimbo x

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Pranzo

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Spuntino pomeriggio

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Cena

 

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