“Un’alimentazione bilanciata e priva di cibi spazzatura in gravidanza è fondamentale”
Nel corso dei primi 1000 giorni di vita, all’ interno dell’organismo umano si svolge la programmazione immunologica e metabolica. L’alimentazione, in questa primissima fase, ha una forte influenza sullo sviluppo del bambino e sulla futura resistenza alle malattie. L’intestino gioca il ruolo da protagonista: i batteri buoni nell’intestino del futuro bambino insegnano fin da subito al sistema immunitario cosa combattere, lo educano e faranno in modo di donargli una risposta equilibrata e pronta a possibili attacchi esterni, per una vita sana e libera da infiammazioni croniche.
“Eccesso di zuccheri e aumento eccessivo dell’insulina”
Durante la gravidanza è normale che la mamma sviluppi una forma di insulino-resistenza con iperglicemia ovvero una non corretta risposa alla presenza di insulina, ormone che regola la quantità di glucosio nel sangue. Questo accade per effetto degli ormoni prodotti dalla placenta che garantiscono adeguate quantità di zuccheri o glucosio al feto, la principale fonte di nutrimento che gli occorre per crescere.
Per tenere a bada questo fenomeno, l’organismo della mamma produce più insulina, ma se l’insulina e gli ormoni a essa collegati non sono tenuti sotto controllo, e qui l’alimentazione fa da regina, la mamma può sviluppare il diabete gestazionale, ovvero una situazione in cui la glicemia, cioè la concentrazione di glucosio nel sangue, si mantiene alta provocando un aumento di rischi sulla salute della mamma e del nascituro.
L’aumento eccessivo dell’insulina dovuta principalmente ad un eccesso di zuccheri contenuti in farine raffinate, merendine, caramelle, cioccolatini, bibite e quant’altro, fa anche sì che il feto riceva, attraverso la placenta, più zuccheri del necessario. Questi stimolano a loro volta la produzione di insulina da parte del suo piccolo pancreas, favorendo la deposizione di grasso a livello del suo addome. Tale processo aumenta il rischio di obesità nel periodo dell’infanzia o durante l’adolescenza e favorisce l’incidenza nell’età adulta di diabete di tipo II rispetto a bambini la cui mamma non ha manifestato diabete gestazionale o che ha ben controllato la disfunzione. L’insulina è in grado di modificare l’espressione dei geni, ma soprattutto di condizionare la risposta delle cellule del grasso del piccolo durante tutta la sua vita. Ne conseguono lo sviluppo o meno di malattie cardiovascolari, diabete tipo II, ipertensione, steatosi epatica, iperlipidemia…
Considerazioni della dottoressa Monica Greco
Lo stato di salute e di malattia dipenda dal funzionamento più o meno ottimale dei quattro assi metabolici del corpo (la tiroide, le gonadi o ghiandole deputate alla produzione degli ormoni sessuali, il GH o ormone della crescita importante per una buona massa magra e per un buon funzionamento dell’apparato osteo-articolare e muscolare e i surreni deputati al controllo dello stress) in risposta al dialogo che si instaura fra ipotalamo e molecole di segnale (ormoni e neurotrasmettitori) che portano le informazioni al sistema nervoso centrale sulla base di alcuni aspetti salienti dello stile di vita e della alimentazione.
L’insulina è una molecola di segnale fra le più importanti, increta dalle cellule beta del pancreas, in risposta ad un incremento della glicemia ematica. La sua azione è fondamentale e necessaria, tuttavia è auspicabile che l’incremento glicemico sia minimo e senza picchi eccessivi, in quanto se l’insulina riesce a svolgere il suo compito in breve tempo senza doversi innalzare per lungo periodo, espleta il suo compito e tutto si riassesta (situazione ottimale che si definisce “calma insulinemica”).
Al contrario, in presenza di picchi glicemici eccessivi, o reiterati nella giornata o troppo prolungati, l’insulina inizia a manifestare anche una azione lipogenetica (nel senso che porta l’organismo ad accumulare grasso, prevalentemente viscerale) e determina una stimolazione dei fattori di crescita, fattore che può comportare incremento di tutto ciò che è “iper” o eccessivo (sovrappeso, lipomi, miomi, polipi, adenomi, cisti etc…).
La gravidanza, in condizioni del tutto fisiologiche porta ad un aumento delle cellule beta pancreatiche che vanno incontro a ipertrofia e iperplasia perché cercano di andare incontro alla richiesta di una aumentata produzione di insulina.
Ciò è dovuto al fatto che in gravidanza si verifica un adattamento metabolico e endocrinologico volti, in termini evolutivi, a garantire un adeguato apporto di nutrienti al feto per una crescita e un parto ottimali.
Si definisce insulino-resistenza la condizione in cui normali concentrazioni di insulina comportano una risposta biologica inferiore alla norma per una ridotta sensibilità recettoriale alla insulina. In gravidanza la natura ha predisposto che si verifichi una lieve riduzione dei recettori cellulari responsivi all’insulina proprio per permettere al feto di nutrirsi meglio.